Quali malattie le zecche possono trasmettere al cane e al gatto?
Durante il periodo primaverile-estivo (ma non solo!) i parassiti esterni sono un problema ben noto non solo per la loro capacità di causare dermatiti, prurito o semplicemente per la loro caratteristica di nutrirsi di sangue, ma soprattutto per essere veicolo di importanti malattie infettive pericolose per i nostri animali e talvolta per noi stessi. In particolare le zecche possono trasmettere al cane dei “batteri” responsabili di diverse malattie tra le quali le più comuni sono le EHRLICHIOSI (granulocitica e monocitica), ma anche babesiosi, bartonellosi e rickettsiosi.
Queste malattie possono avere un esordio acuto (in genere 8-20 giorni dopo il contatto con la zecca) caratterizzato clinicamente da: febbre, abbattimento, inappetenza, dolori articolari, aumento di volume dei linfonodi, etc…
Dopo la fase acuta alcuni cani possono guarire spontaneamente dall’infezione anche senza trattamento, altri soggetti possono non guarire ma apparire sani (fase sub-clinica) anche per mesi o anni e mostrare poi una “ ricaduta “ (fase cronica) con sintomi talvolta simili ai precedenti ma spesso, nelle forme più gravi , associati a gravi danni al midollo emopoietico e quindi con pericolose citopenie (diminuzione di tutte le cellule del sangue : globuli rossi, bianchi e piastrine), e talvolta danni renali.
La diagnosi di certezza non è sempre semplice: se si è fortunati si possono vedere, allo striscio di sangue guardato al microscopio, delle caratteristiche alterazioni nei globuli bianchi (Morule) causate dai batteri; purtroppo però queste non sono presenti in tutti i cani malati. Un altro metodo può essere la ricerca degli anticorpi (test sierologico) ma anche questo ha delle limitazioni: nelle fasi iniziali gli anticorpi possono non essere ancora presenti e il test può risultare falsamente negativo.
Dobbiamo poi ricordare che alcuni soggetti che hanno superato la malattia possono avere anticorpi nel sangue per mesi o anni e quindi un test positivo può non significare che il cane stia male, al momento, per una malattia da zecche! Anche la ricerca del DNA del microorganismo dal sangue, dal midollo o dall’aspirato linfonodale (PCR) può dare falsi negativi. Per questi motivi in caso di sospetto (in genere un paziente con febbre alta improvvisa senza altri sintomi) può essere giustificato iniziare una terapia anche senza una diagnosi di certezza, per evitare un eventuale peggioramento o cronicizzazione.
La terapia consiste nella somministrazione di un farmaco, la DOXICICLINA, a 10 mg/kg una volta al giorno per 28 giorni. Nelle forme acute si ha in genere un miglioramento evidente in 1-2 giorni. Nelle forme croniche la prognosi è riservata e possono essere necessarie diverse terapie di supporto (es: trasfusioni, terapie corticosteroidee, etc...) Oltre alla terapia in caso di malattia, è utile sottolineare l’importanza della prevenzione. Al giorno d’oggi esistono numerosi prodotti (da applicare sulla cute o da dare per bocca) che, seppur non infallibili, usati nella maniera giusta possono ridurre drasticamente le infestazioni da zecche.
È importante chiedere al veterinario modalità e intervalli di somministrazione degli antiparassitari poiché spesso vengono usati in modo improprio e questo talvolta può indurre, erroneamente, a pensare che non siano abbastanza efficaci. Per chi ha un animale domestico è importante tutelarne la salute usando gli antiparassitari ma è anche un dovere poiché le stesse zecche possono trasmettere simili e gravi malattie agli esseri umani.